Vediamo se conferma o ribalta il risultato.
La stagione dei joint album ha sparato un altro colpo (mezzo) a vuoto. Perché “Lovebars” di Coez e Frah Quintale è quel classico disco che piace a tutti ma che, alla fine, non riesce a soddisfare nessuno. Più scontato di un goal preso dal Lussemburgo nelle partite di qualificazione europee, il disco dei “principi del […]
Non disponibileLa stagione dei joint album ha sparato un altro colpo (mezzo) a vuoto. Perché “Lovebars” di Coez e Frah Quintale è quel classico disco che piace a tutti ma che, alla fine, non riesce a soddisfare nessuno.
Più scontato di un goal preso dal Lussemburgo nelle partite di qualificazione europee, il disco dei “principi del baccaglio” era solo questione di tempo. Peccato che quel tempo é stato tenuto guardando un orologio rotto.
“Lovebars” è come quando a scuola vi dicevano “può ma non si applica”, o come quando vi dichiaravate a una tipa e lei rispondeva “sei una bellissima persona, ma ti vedo come un amico”.
Insomma, un’occasione persa, che aggiungiamo alla lista di questo 2023.
E benché lì fuori si stia gridando al disco dell’anno – madonna quanti ne escono – la realtà dei fatti è che i due artisti sapevano già che, anche senza impegnarsi più di tanto, il finale sarebbe stato immutabile.
Tutti avrebbero gridato al miracolo, peccato che è quello della Madonna che piange sangue.
Per cui, meglio riempire il disco di tracce da squirting, ricolme di amore e sofferenza, lasciando poco spazio a episodi veramente di livello come “Vetri fumé”, “Alta marea” o “Local Heroes”, non a caso la parte centrale del disco, probabilmente scritta in un momento di maggiore voglia.
Da artisti di questo calibro è obbligatorio pretendere di più. Se invece alla massa basta il ritornello da TikTok per bagnarsi le mutande, giusto che si accontenti.
“Lovebars” è un progettino comunque funzionante, ma troppo “leggero” per dire che è stato scritto con fatica. Ho fatto più fatica io a finirlo senza addormentarmi.
Coez e Frah Quintale potevano fare di più?
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