Vediamo se conferma o ribalta il risultato.
Nicolas è il titolo del 20esimo progetto discografico di Egreen in 20 anni di carriera nella scena rap italiana. Il disco si compone di 15 tracce portate avanti con la sua sola voce al microfono (nessun featuring). Contiene la traccia Incubi: 10 minuti di rap senza ritornelli su produzione di Fid Mella. Si alternano ai beat anche DJ Shocca, Big Joe, Zonta, Seife, Wokem Bemo, Neazy Nez, Cope
Non disponibileNicolás è il 20esimo disco in carriera di Egreen.
Dopo 2 anni dal suo ultimo disco Egreen è tornato con quello che sembra essere il suo disco più intimo e adulto.
Sia chiaro il rap di Egreen è sempre stato affrontato con una certa quota di serietà e maturità, ma Nicolás è quel disco veramente adulto, e non per atteggiamento, ma per come ci si ritrova ad affrontare l’imprevedibilità degli eventi e a doverne fare i conti anche piuttosto velocemente.
Egreen non vela la drammaticità degli ultimi anni, anzi si spoglia con dignità e senza vittimismi raccontando quello che sembra essere stato il peggior momento della sua vita, che prima o poi tutti dobbiamo affrontare, cioè la malattia e la sofferenza materna.
Il momento più faticoso, perché lo si affronta inevitabilmente da soli con i sensi di colpa che non aspettano altro e ci si rende conto di tutto ciò in cui si è mancati, ma prezioso, perché permette di rileggere e dare significato alla propria esistenza fino a quel punto.
Egreen stritola quel dolore e lo catalizza liricamente in quello che suona essere il suo terzo pilastro in discografia insieme a Il Cuore e La Fame e Beats & Hate.
Nicolás è un disco depresso che non lascia spazio alla spensieratezza ma senza filler, che comunque sa fa muovere il collo, grazie alla matrice boom-bap, e distendere, grazie al comportato produttivo affidato ad artigiani del beat come DJ Shocca, Big Joe, Zonta, Seife, Fid Mella, Cope e un aggraziato utilizzo del vocoder nei ritornelli.
Come scritto sopra Nicolás fin dal primo ascolto si può catalogare come uno dei migliori album di Egreen, un instant classic a mani basse, e senza troppe remore si pronostica come uno dei pochi dischi che trascenderà il 2022.
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