Vediamo se conferma o ribalta il risultato.
Dove Volano Le Aquile è il quarto album in carriera solista di Luchè. 15 inediti e una bonus track, contiene produzioni firmate Pherro, D-Ross, Startuffo, Fedele e curate anche dallo stesso Luchè oltre ai featuring di Madame, Guè, CoCo, Noyz Narcos, Etta, Elisa, Marracash, Ernia e Geolier.
Acquista su AmazonIn questo disco c’è sicuramente tanto, 15 inediti, tutto curato al dettaglio, si sente la voglia di Luchè di tornare e lasciare ancora un segno importante nella musica e nella propria carriera.
Luca varia per tecnica, flow e utilizzo della voce, il suo essere anche producer lo pone ad un livello più alto per orchestrare in regia l’ottimo lavoro portato avanti da Geeno, Pherro, Fedele, Ross e Startuffo. Viene dato spazio alle strumentali, altro valore aggiunto in momento storico dove si tende ad essere ermetici e concisi.
E gli ospiti che si alternano al microfono, – Madame, Geolier, Marracash, Guè, Noyz Narcos e via dicendo, – sono tutti in grande spolvero.
Apprezzo tracce banger e più taglienti come Slang e Over, apprezzo la rappata più classica come Addio e la sperimentazione (secondo me azzeccata) in cassa dritta di L’Ultima Volta e trovo in “Si Vince Alla Fine se non il pezzo meglio riuscito per connubio di liriche e sonorità, sicuramente il mio preferito di questa ultima fatica di Luchè.
Sì, stai pensando bene, è in arrivo il ma.
Ma nell’economia complessiva le tracce con più brio faticano ed emergere chiare, ancorate a tre quarti di tracklist che poco si discostano per mood da riflessione e introspezione. E, come accennavo in apertura, il disco così fatica a decollare.
Altro spunto: se al primo, blando ascolto si percepisce tutta l’ambizione di qualcosa di grande, col proseguo questa ambizione si distorce in un desiderio di voler dimostrare a tutti i costi qualcosa a qualcuno ma non (mi) è chiaro se questo qualcuno sia il proprio pubblico, gli altri artisti o Luchè stesso. Da qui l’accostamento a Icaro.
Con 2-3 tracce in meno ad alleggerire l’album penso che l’ascolto sul lungo periodo ne avrebbe giovato e, di rimando, l’accoglienza generale dell’ascoltatore prima e la longevità a posteriori poi, ma questo sarà il tempo a dircelo con maggiore chiarezza.
Perché – come detto bene dallo stesso Luchè – si vince alla fine.
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