Il 04 maggio 2023 è partito Ill Tour, con il quale Mostro sta facendo il giro dei migliori club italiani per presentare il disco The Illest, Vol. 3, uscito per Sony Music, che rappresenta finalmente il suo trampolino di lancio definitivo costruito con pazienza e con merito.
L’ho raggiunto per due chiacchiere in occasione della data a Milano, al Fabrique, in un bel momento di condivisione, assolutamente da non perdere se stai leggendo queste righe!
Prima di cominciare: Mostro, biografia e discografia
Foto di copertina: Roberto Graziano Moro
Partiamo dall’ultimo album, The Illest Vol.3, che ti dà finalmente la giusta attenzione, perché ritengo che tu abbia raccolto meno di quanto meritassi. Come mai un artista forte a rappare come te è sempre stato Underrated nella scena?
Innanzitutto ti ringrazio per quello che hai detto. Io penso che comunque questo sia un ambiente dove spesso e volentieri, per quanto si tenda a parlare di musica e di rispetto, le persone vogliono sempre capire prima un po’ con chi giri.
Io sono sempre stato quel rapper che magari dicevano lui è forte o lui spacca, ma c’era sempre un però, che non dipendeva da me, ma dalle valutazioni fatte in base alle persone con cui stavo.
Per fare questo disco mi sono messo nella posizione di eliminare completamente questo modo di valutare, partendo dal cambiare etichetta. Ho iniziato a girare di più, a farmi conoscere anche io in maniera più personale, perché poi alla fine ci dimentichiamo che il lavoro è fatto dalle persone e che finché non ci si incontra faccia a faccia si possono avere un sacco di pregiudizi non veritieri.
Mi sono messo oggettivamente nella posizione di poter far conoscere la mia persona, e la cosa mi ha ripagato, collaborando nel disco con tantissimi produttori e artisti. Questo è stato molto importante per me, per cambiare sia la realtà intorno sia il modo in cui le persone mi guardavano.
Provo a vederla diversamente. Mostro lontano dalla scena perché la scena lo temeva. Può essere una chiave di lettura?
Magari è vero, può essere anche questo. Ti dico pure che mi prendo le mie responsabilità, anche perché se fino a un determinato momento non sono esploso non posso dare la colpa degli altri, questo va detto. Magari stavo anche sbagliando qualcosa.
Sicuramente il mio stare in disparte mi faceva notare, la gente comunque mi conosceva, perché ero diverso rispetto a tutti gli altri. Allo stesso tempo, però, se rimani sempre all’angolo, se la luce si spegne la gente non si ricorda più di te.
Non posso dire quindi se sia stata davvero paura, ho le mie responsabilità. So che forse la zona di comfort in cui stavo era diventata un po’ un limite, perché pur avendo costruito il mio percorso a 360° non ero nella posizione di poter confrontarmi con le persone.
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È finalmente partito il tuo tour, e stai portando il disco in giro nei principali club. Come lo stai vivendo e che sensazioni ti sta dando il pubblico che ti segue?
Guarda, è incredibile, perché poi io arrivo da un tour particolare, che doveva essere di Sinceramente Mostro, un disco uscito nel periodo del Covid, in cui ho suonato quell’album dopo due anni dall’uscita.
Questo invece è il primo tour che segue un processo naturale dall’uscita del disco e per me è anche un test per vedere la gente come avrebbe reagito.
Posso dire che è una figata incredibile, perché l’energia è costante per tutto lo show, e noto anche l’entusiasmo delle persone nel sentire tanto i pezzi nuovi quanto quelli vecchi. Io avevo un po’ la paura che il pubblico volesse sentire solo le hit del passato, invece qualsiasi brano viene accolto benissimo.
Se dovessi pensare a un’immagine per descrivere la tua musica, penso a una catena di ferro che arriva sulla schiena. Tu con che immagine descriveresti la tua musica?
Con un’immagine è molto complesso, anche perché con questo disco sta un po’ cambiando il mio approccio alla scrittura. Per molto tempo ho giocato tra la forma e il contenuto, presentando le cose in una forma estrema, che poi è quello che mi ha portato a essere Mostro.
La mia musica gioca all’interno di una teatralità che però alla base ha sempre un concetto o un messaggio, quanto meno un fondo di verità. Adesso sto cercando di livellare il mio approccio raccontando anche il mio presente, e per un artista è molto più difficile raccontare le cose semplici rispetto a quelle più complicate.
Non ho un’immagine precisa, però in questo tour mi sento una Ferrari che sgasa.
Momento nostalgia. Io ti ho conosciuto con un progetto per me culto, Tre Stronzi Mixtape con Nick Sick e Yoshimitsu, alias Ill Movement. Quanto è diverso Mostro di adesso dal Mostro di quel periodo?
Quando ripensi a queste cose e ai primi progetti, ovviamente hai nostalgia di quella purezza di andare in studio senza sapere che cosa accadrà e senza avere pressioni. Non hai un pubblico, non hai un’etichetta, ma hai solo la tua musica, quindi è un momento veramente genuino.
Bisogna però considerare anche l’altro lato della medaglia, perché io mi ricordo che comunque poi passavo tante notti a domandarmi che cosa avrei fatto se quello che mi piace da morire non avesse funzionato.
Oggi posso aver perso un po’ quel sentimento, ma ho la sicurezza di avere un pubblico, e so che sto facendo questo lavoro e lo sto facendo veramente. Perdi quella sensazione di magia pura, ma non del tutto, perché cambia semplicemente la prospettiva, dall’essere un sogno diventa un obiettivo, e quindi bisogna rimboccarsi le maniche.
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Un’altra impressione che ho è che tu non sia una persona che si accontenta, che raggiunto a un traguardo sta già pensando al prossimo obiettivo. Dove vuoi arrivare?
A me piace tantissimo suonare, per me quello è l’obiettivo finale e quindi io spero solo di riuscire a fare tanti concerti.
Sempre più concerti, con persone che si divertono e con i miei amici, perché quello è l’unico modo – oggettivamente – dove puoi vivere un’esperienza al 100%, sia da un punto di vista artistico sia personale.
Stare in giro a suonare è una cosa unica nel suo genere, e mi rende felice. Non voglio dirti voglio suonare in tutti gli stadi d’Italia, forse non ho neanche quell’ambizione, ma sicuramente voglio continuare a spaccare i club, quello sicuro.
Per concludere, in The Illest 3 – così come in tutta la tua produzione – riesci a esprimere al meglio, con immagini nitide e dirette, senza fronzoli, tutto quello che hai dentro. Quanto è difficile essere Sinceramente Mostro?
È una bellissima domanda ed è anche complicato rispondere, però io riesco a fare solo me stesso e quindi alla fine scrivo solamente quando sento di avere qualcosa da dire.
Non sono un rapper che fa un disco all’anno perché comunque ho necessità di vivere le mie esperienze, di viverle sulla mia pelle e di capirle prima di poterne scrivere.
Ti posso però dire che l’effetto di tutto questo è stata la creazione della mia fanbase che mi segue da 10 anni, grazie al mio modo di essere diretto nella scrittura, perché chi mi segue ha imparato a conoscere anche la mia persona.
Si costruisce un sentimento, una storia. Questi ragazzi hanno imparato a conoscermi e a vedermi crescere e cambiare, che è una cosa che artisticamente mi ripaga tantissimo, rispetto a essere soltanto il ragazzino virale del momento.
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Conclusioni
Quello che più mi ha colpito di Mostro è stata la genuinità con la quale ha risposto alle mie domande, aiutata da un livello di maturità – personale e musicale – che gli ha consentito di capire che strada prendere. Il pubblico lo ha ripagato e, di conseguenza, è arrivato anche quel successo tanto agognato e inseguito.
Mostro ha costruito in maniera solida il suo percorso e adesso non può che essere contento dei frutti che il suo duro lavoro gli sta consentendo di raccogliere.
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