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Un’intervista per conoscere tutte le facce di Sick Luke

Un’intervista per conoscere tutte le facce di Sick Luke

La storia di Luca Antonio Barker – in arte Sick Luke – è la storia di un enfant prodige della produzione: nato nella cultura rap romana con il padre Duke Montana (esponente del Truce Klan), cresciuto con quella americana graze all’infanzia vissuta a Los Angeles e, infine, ritrovata capitolina con la Dark Polo Gang

Oggi, Sick Luke presenta il suo primo disco “X2”: un progetto che ha unito non solo alcuni dei più importanti esponenti della musica rap, ma anche pop, urban e indie italiana.

Un producer album che contiene tutte le facce di Sick Luke presentandosi come un lavoro estremamente eterogeneo. L’anima trap di Luke si mescola, infatti, a suoni elettronici, chitarre, sintetizzatori e melodie tipiche dell’ indie rendendola squisitamente digeribile. 

Con X2 volevo mostrare tutto il percorso che ho fatto in questi anni dentro un unico progetto: un po’ di Neverland, quindi, un po’ di Dark e un po’ di cose che non sono mai uscite. Tutto me stesso.

Sick Luke, intervista su Zoom da Roma

In effetti è proprio così, X2 è un bel mixtape di generi eseguiti da una mano, seppur giovane, decisamente esperta. Ho letto che lo chiamano addirittura “Mozart” per la bontà del suo estro creativo. Forse un po’ pretenzioso, decisamente trap. 

Non è la prima volta che mi capita di intervistare un producer (mi ero infatti già cimentata con un’intervista a Mace) e francamente sono sempre più contenta che questa forma d’arte abbia finalmente dei volti molto più delineati di un tempo, almeto per quanto riguarda il territorio italiano. Perciò non vedevo l’ora di fare due chiacchere con uno dei più giovani e talentuosi rappresentanti di questa categoria. 

Buona lettura.

Prima di iniziare:

Come e quando è nato X2?

X2 è nato durante la prima pandemia. Siccome ero bloccato a casa e Neverland era uscito già da un po’, ho deciso di lavorare al mio primo disco. Non avevo mai avuto così tanto tempo per lavorare a qualcosa di mio, perché solitamente quando finisco un progetto mi metto subito a lavorare quello di un altro. Invece, questa volta, con tutto il tempo che avevo a disposizione ho deciso di dedicarlo e pensare al mio. 

Avevo bisogno di sfogarmi e di dimostrare che so fare tante altre cose oltre alla trap. Tanta gente ancora mi conosce solo per la Dark Polo. 

Leggi anche: Neverland: fai l’amore con Mecna e Sick Luke

X2 è il terzo più ascoltato al mondo su Spotify nella settimana di debutto. Quale messaggio è necessario trasmettere della nostra musica oltre confine?

Mi sono sempre sentito un po’ un portavoce dell’Italia all’estero. Sono italo americano, viaggio spesso in America dove da sempre porto e spingo la nostra musica.

Il messaggio sicuramente è che anche in Italia la musica spacca: facciamo dischi di platino, prendiamo alti cachet, compriamo case e rolex (LOL, ndr).

Sick Luke, intervista su Zoom da Roma

L’Italia rappresenta ormai un mercato musicale che potrebbe interessare anche ad un americano, vedi l’esempio di Sfera Ebbasta. Prima per le collaborazioni venivano prese in considerazione solo artisti provenienti da Francia o Germania, mentre oggi anche l’Italia può essere un punto di riferimento per un artista oltre oceano. 

Con il mio disco volevo fare un lavoro diverso e quando sono uscito sul global tanti artisti internazionali mi hanno scritto e vediamo che succederà…

Leggi anche: Sfera Ebbasta e il paradosso di essere Famoso

Come scegli i tuoi feat? c’è una storia particolare legata alle scelte fatte per x2? 

I feat nascono per rispetto e per necessità, nel senso che magari su un pezzo ci sento meglio un particolare artista piuttosto che un altro e così via. 

Per fare un esempio, nel pezzo con Fabri Fibra e Jake La Furia mi piaceva che ci fosse anche Izi che è più giovane e poteva portare qualcosa di diverso, tipo lui che entra con l’autotune mentre loro rappano. O anche Ketama che su Temporale fa solo il ritornello mentre Luchè e Izi fanno solo le strofe. 

Non solo necessità comunque, ma anche rispetto perché ci sono un sacco di artisti che rispetto e con cui ho già lavorato svariate volte o altri con cui non ho mai collaborato. Un po’ è stato quindi lavorare con vecchi amici, un po’ mischiarne di nuovi. Con Gazelle per esempio non avevo mai lavorato e unirlo a Tedua è stato particolare. Tedua, invece, l’ho chiamato due volte perché mi gasava. Lui è come me, un po’ bipolare, un crudo ma anche poetico.

E c’è una storia particolare legata ad uno di questi incontri?

Sì un episodio c’è, vediamo se la racconto bene. La prima volta che ho incontrato Ariete, ero dal parrucchiere a tagliare capelli e ad ascoltare solo musica trap. Era una situazione molto trap, molto Dark Polo Gang

Mentre stavo lì letteralmente tutto “trap” ho pensato dai switchiamo, facciamo una cosa mega malinconica.

Sick Luke, intervista su Zoom da Roma

Così ci siamo messi a suonare alcune note del pezzo che è diventato Il Giorno Più Triste Del Mondo . Ariete era molto sorpresa perché giustamente pensava che ci saremmo messi a fare una cosa tipo super street, non super malinconica. Nella vita sono molto trap ma quando mi metto a fare musica con vari artisti cerco di entrare nel loro mondo. C’è anche una foto in giro di quel giorno con Ariete piccolina in mezzo a me e al parrucchiere mio. Una situazione molto 50 Cent. 

Intervista ad Ariete

Da cosa nasce l’esigenza di sperimentare e spaziare su nuove sonorità?

Con questo disco volevo dimostrare di riuscire a far altro e a fare un disco che può portarti in mondi diversi. Ci sono infatti tanti generi diversi, quasi come ascoltare un programma radio, ma ovviamente con un senso. Il disco va ascoltato tutto di fila e come l’ho messo in tracklist per cogliere il senso.

Poi ci sono state belle sfide come La Strega Del Frutteto o Funeral Party, fuori dai miei canoni diciamo. Sperimentare con artisti come Pop X e Cosmo in un disco dove ci sono anche Sfera Ebbasta, ad esempio, è stato davvero interessante.  

In America l’operazione di fare un disco con all’interno dei feat un po’ particolari capita molto spesso, quindi perché non farlo anche in Italia. Purtroppo spesso capita che nei dischi vedi sempre gli stessi feat: uno di punta, un paio di nomi che stanno andando e magari uno fuori dal coro. Sicuramente sono più facilitato in quanto producer, posso permettermi di fare una raccolta di artisti di varie sfaccettature.

 In X2 c’è stato l’intervento di qualche altro musicista?

In particolare in questo disco c’è stato un altro musicista che ha collaborato con me e che è stato molto fondamentale: Valerio Bulla, il bassista de I Cani. Ci siamo conosciuti ormai 3 o 4 anni fa, la prima canzone in cui abbiamo fatto insieme era Lo Sai per Tedua

Lui è molto professionale, abituato a suonare e a comporre in modo molto ordinato per come sono fatto io che, invece, arrivo e ti dico “Bro suonami queste due note, mi bastano solo quelle”. Nonostante la diversità di approccio, da quel giro di note insieme fatte per Lo Sai ho capito subito che se mi ascoltava potevamo fare grandi cose insieme. 

Nel disco X2 abbiamo lavorato così: lui mi dava un giro di chitarra e io sapevo che bastava solo quello, come in Temporale ad esempio. Valerio mi ha comunque aperto un mondo, venivo da suoni fatti al computer che suonano comunque un po’ finti per quanto lavoro ci metti per farle suonare più vere possibile.  Con lui ho capito che quando lavori ad un disco coinvolgere più musicisti nella produzione dello stesso ti rende molto più produttore

Tra i musicisti chiamati per X2 c’è anche il padre di Ketama che suona le trombette su Mosaici o il batterista di Calcutta che ha suonato su Camel e Malinconia, ma tra tutti quello che mi ha aiutato di più è sicuramente stato Valerio. Mi serviva un musicista come lui per fare questo step up, anche perché io sono un po’ incapace con la chitarra.

Sono un direttore d’orchestra un po’ trap, poche note ma giuste.

Sick Luke, intervista su Zoom da Roma

Quali sono stati gli ascolti, i generi e gli artisti che hanno influenzato l’album X2?

Mentre lavoravo a X2 ascoltavo un sacco di Nirvana, colonne sonore di film anni ‘80 o horror tipo Goblin. Un sacco di Dr. Dre per capire come strutturava un disco con più genere, ma anche Tame Impala.  Un sacco di ispirazioni certo, ma quando mi metto a fare un pezzo mi metto a capire i vari suoni, faccio un suono poi lo seguo. Un po’ autistico. 

Come immagini, se lo immagini, il tour di X2?

Se dovessi sognare farei un festival con la mascotte tipo partite di football e vari giochi. Farei un bel mix di esperienza sul palco con tanti artisti, tipo Gorillaz. Farei comunque poche date ma buone. 

Ci consigli un disco che il pubblico non si aspetterebbe da te?

Nevermind dei Nirvana, ma se vogliamo andare un po’ più intimi seguo un artista che si chiama Instupendo con il disco Love Power

Il consiglio di Sick Luke

Tornando ai “fasti del 2016”, all’esplosione della trap c’erano due nomi di produttori sulle bocche di tutti: Sick Luke e Charlie Charles. Hai mai vissuto la competizione?

Gli anni ‘90 della trap vuoi dire. Scherzi a parte, penso che Charlie sia un artista a cui voglio più bene. Quando ci becchiamo è come se Rick Rubin beccasse un altro Rick Rubin. Quando incontro Charlie è come se fosse un altro Sick Luke. Se fossero tutti come lui e me sarebbe un altro mondo per i producer. 

Fareste mai un producer album a 4 mani con Charlie?

Avoja, l’abbiamo sempre detto solo che prima dovevamo fare le nostre cose. 

Dicci il nome di un artista italiano e di un artista internazionale con il quale vorresti collaborare

Internazionale direi Yung Lean, italiano invece ti direi Rhove che tipo è l’opposto.

Vedi, sono bipolare. 

Così, siamo arrivati ai saluti.

Dopo averlo ascoltato presentare se stesso e il proprio lavoro ho capito ancora meglio la bontà di questo eclettico artista che sperimenta fin dalla tenera età portando le sue produzioni in mondi diversi e lontani fra loro. Di recente, ha addirittura lavorato per il mondo del cinema curando parte della colonna sonora del film Atlantide, presentato al Festival di Venezia.

Se per te Sick Luke è indossolubilmente legato alla dark, mettiti X2 nelle cuffie e preparati ad entrare nel mondo di Luke e conoscerne l’altra faccia e, poi, le due assieme.

Buon viaggio.

Foto di Margherita Rotelli per Boh Magazine

Nella vita mi occupo di marketing digitale come schiava basic del sistema e gestisco progetti di branding come freelance. Perché mi piace veramente, invece, scrivo di musica e quando si stava meglio organizzavo pure concerti in casa.

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