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L’autocelebrazione è anche ispirazione

L’autocelebrazione è anche ispirazione

Che cos’è l’autocelebrazione?

L’autocelebrazione è da sempre una delle tematiche protagoniste più ricorrenti nei testi dell’hip hop. L’autocelebrazione è una delle modalità con cui gli MC’s riempiono le proprie barre, sia nei testi delle canzoni che nelle battle di freestyle, celebrando i successi personali, con arroganza e boria o anche umilità e nostalgia.

Spesso questa celebrazione egoica è stata criticata dagli ascoltatori più puri del rap, definendola divergente ai principi primi della cultura hip hop. Certo che se con autocelebrazione si intende solo il decantare i propri beni materiali e il proprio conto in banca, il concetto è inevitabilmente svalutato e ridotto. Marracash in questa barre di Bruce Willis divenuta poi Will Hunting riassume efficientemente il pregiudizio nei confronti del rep autocelebrativo:

E dire che è solo autocelebrazione
È come guardare una natura morta
E dire che è soltanto frutta

Marracash – Will Hunting

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Non solo soldi

Soldi, riconoscimento pubblico, approvazione sessuale, risoluzione di problemi economici familiari, feste, beni lussuosi, condivisione con amici e famiglia sono alcuni degli oggetti più frequenti nell’autocelebrazione.

Ma l’autocelebrazione non è sempre e solo esaltazione egocentrica delle proprie conquiste.

Se l’autocelebrazione veicola una storia di riscatto e rivalsa, il risultato, oltre che essere un elogio narcisistico del selfmade e dell’autorealizzazione, può diventare una suggestiva dose motivazionale per l’ascoltatore.

Alcune colonne portanti dell’hip hop lo hanno dimostrato in alcuni episodi lirici che strabordano di carisma motivazionale, riempendo indirettamente l’ego di chi li ascolta, come i Colle Der Fomento in Capo di Me Stesso, i Cor Veleno in 21 Tyson o La Volta Buona di Stokka & MadBuddy.

L’ostentazione lirica del superamento dei propri limiti e del conseguimento dei propri sogni diviene una spinta per chi ascolta anche se non ambisce a quelli stessi obiettivi.

L’atteggiamento autocelebrativo può quindi ispirare al superamento dei propri svantaggi e alla rivincita di una sconfitta spesso percepita come persa già in partenza.

Ma questa sana autocelebrazione non è prerogativa solo di quel rap più conoscious e morale. Diversi MC’s hanno elegantemente incorniciato, tra lo sfoggio più grezzo, le proprie soddisfazioni più sudate e i vissuti più faticosi, come Sfera Ebbasta in Equilibrio, Emis Killa in Se Penso Al Rap o Ensi in Numero Uno.

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Kobe Bryant insegna

Questa riflessione del trittico autocelebrazione, ispirazione e motivazione origina ed è dedicata a Kobe Bryant, leggenda dell’NBA dalla personalità conquistatrice e carismatica purtroppo venuto a mancare lo scorso mese. Il Mamba Nero è un modello dell’hip hop a 360 gradi che trascende il prestigio del suo carattere e del suo gioco in campo, di fatti ha avuto anche una breve parentesi come rapper nei Cheizaw, a dimostrazione di una grinta e una fame incontenibile.

Kobe nella pallacanestro buona parte della propria carriera è stata all’inseguimento dei record di Micheal Jordan. Un’importante ambizione vissuta tra eredità e rivalità però sostenendo sempre e comunque la propria identità di persona e giocatore:

Non voglio essere il prossimo Michael Jordan, voglio solo essere Kobe Bryant

Il tremendo vuoto lasciato in tutti gli amanti dello sport è incolmabile, ma le sue giocate, i suoi movimenti e i colori delle sue canottiere sono incise nei nostri cuori ed hanno motivato, e continueranno, a ispirare milioni di giocatori a prendere la palla da basket in mano.

La cosa più importante è cercare di ispirare le persone in modo che possano essere grandiose in qualunque cosa vogliano fare

Conclusioni

Il rap e lo sport non sono solo attività nelle quali il raggiungimento di un traguardo o di un successo sono obiettivi fini a sé stessi. I rapper e i giocatori diventano modelli ispirazionali e motivazionali che dimostrano quanto sacrificio, allenamento e passione possono alimentare il talento o talvolta addirittura colmarlo se assente. L’autocelebrazione è solo la fotografia del panorama da una vetta dopo una stremante scalata, che offre una prospettiva motivazionale e incentivante, sta solo nel pubblico saperla cogliere.

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Foto di Davide Boifava per Boh Magazine

Admin di Boh Magazine e psicologo

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