Sarà la febbre per il nuovo disco di Marracash, ma riascoltando tutta la sua discografia per preparare il sistema uditivo, sorprende come si possa cogliere nitidamente e riapprezzare il suo stile, definito da lui stesso come intelli-gangsta.
Era il 2005 in Nuovo Papa, di Roccia Music volume 1, la traccia in cui viene citato per a prima volta il termine intelli-gangsta, etichetta che combina la prima parte della parola intelligenza con gangsta.
Ma che cosa significa intelli-gangsta?
In un’intervista del 2011 Marra spiega che la figura del gangsta non gli appartiene appieno ma la percepisce vicina, un modo di fare da forte che con a fianco la parola intelligenza viene trasformato in un’attitudine prepotente ma anche perspicace. Generando così una formula lirica che attinge la penna nel gangsta e nel conscious rap.
Intelli-gangsta non è solo un atteggiamento ma anche un background e un retaggio culturale che emerge dal contrasto di quello più periferico e della strada con quello culturalmente più ricco, pregno di importanti riferimenti letterali, cinematografici, filosofici e storici.
La forza comunicativa dell’intelli-gangsta è duplice: trasmette i valori più primitivi della strada filtrandoli con una lente intellettuale e analitica, senza quindi cadere nella semplice idealizzazione della malavita ma ne va a sottolineare gli aspetti positivi come rispetto, dignità ed onore. Allo stesso tempo offre una finestra sulla stessa strada in una cornice più forbita che arricchisce l’ascoltatore, fornendogli prospettive non stereotipate che stimolano alla riflessione e riferimenti culturali che forse non avrebbe mai incontrato o approfondito in altri contesti.
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Trappole, La Via di Carlito, Chiedi alla Polvere, Zero Kills , Will Hunting, Il Nostro Tempo e Con i Soldi In Testa sono alcune delle tracce che compongono il patrimonio lirico intelli-gangsta del fondatore di questo stile, incentivando l’approfondimento dei riferimenti proposti, come l’omonima pellicola gangstar drammatica Carlito’s Way con Al Pacino, il romanzo cult Chiedi alla polvere di John Fante o l’ultimo disco Persona, che esplicitamente cita il film di Bergman.
Quell’intenzione di Marracash di documentare la strada con tanta delicatezza e trasparenza è stata celebrata circa un anno fa, quando lo stesso Marra ha avuto l’opportunità di incontrare e intervistare il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Un incontro che ha permesso un’importante testimonianza pubblica della credibilità anche al di fuori delle strofe.
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Non solo Marra
Marra nonostante si possa definire il creatore, o meglio ne detenga il copyright, dell’etichetta intelli-gangsta, non è l’unico liricista ad avere raccontato con la strada con tanta poesia e riconoscenza.
Senza allontanarsi troppo Guè Pequeno è sempre stato tanto intelli-gangsta quanto Marra. Gué fa trapelare nelle strofe fascino per lifestyle criminale, con modalità più grezze, ma anch’esso condendole spesso con riferimenti e citazioni culturali che elevano la caratura del testo. Vero, Quasi Amici, La Malaeducazione, Il Viola, Doppio Whisky, Maledetto o Fuori Orario, in cui quest’ultimo titolo fa direttamente riferimento all’omonima commedia noir firmata da Scorsese, sono alcuni degli episodi intelli-gangsta di Gué più eleganti e ispirati.
Il tridente di questa generazione si conclude con Luchè, altro esponente stilistico a cui non si può riconoscere legittimamente un carattere intelli-gangsta. L’autore partenepeo narra le vicende della periferia napoletana, svelandone i lati più intimi e passionali. Appena Il Mondo Sarà Mio, S’il Vous Plait, Tutto Può Succedere, Piango Dentro, Lieto Fine, O’ Primmo Ammore, Andrò Via Da Qui e Potere 2 sono alcune delle canzoni in cui Luchè empatizza con la strada dandole voce.
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Nuove generazioni
L’intelli-gangsta di fatti è stato assorbito negli anni dalle generazioni di artisti successive divenendo quello definibile uno dei sottogeneri liricamente più pregni ed interessanti, perché coniuga l’introspezione e l’emotività del conscious rap con l’appeal e l’immediatezza di quello più street.
Achille Lauro è stato il primo a incarnare l’eredità di Marracash, motivo per cui all’epoca della generazione della label e crew Roccia Music ne fu nominato Principe. Il romano con i primi progetti indipendenti come Barabba, Immortale, Dio C’è e Ragazzi Madre ha interpretato realtà e disperazione della strada in un alone mistico di riferimenti spirituali, con flow ridondanti che fanno suonare le tracce come delle vere e proprie preghiere, offrendo strofe cariche di pathos e sentimento come Santana, Rich Forever, Ghetto Memories, Prega Per Noi, Ora Lo So, Dio Ricordati, Un Sogno Dove Tutti Muoiono e Barabba II.
Poco dopo l’uscita di Lauro, il vuoto in Roccia Music viene colmato da Rkomi, un MC che narra gli anfratti e i vissuti di Calvairate, periferia est di Milano, avvolgendoli con introspezione filosofica e veicolandoli con una rappata serrata e incalzante. L’EP Dasein Sollen, titolo che riprende il concetto esistenziale di “essere” di Martin Heiddeger, e la traccia Fuck Tomorrow nel disco di Skinny, rappresentano un nostalgica parentesi di come sarebbe potuto germogliare l’intelli-gangsta di Mirko.
Tedua, il figlio della giungla metropolitana, è attualmente il rapper che meglio ha ereditato e mantiene questo stile ibrido, malandrino e colto, ambizioso ed umile, prepotente e romantico. Il suo stile è uno street of consciousness, un flow in cui perde l’equilibrio tra le rime e lo riprende all’ultimo, tenendo attento l’ascoltatore. Da Aspettando Orange County a Mowgli ha dimostrato di essere il liricista intelli-gangsta più genuino e maturo.
Essere un uomo ed avere onore
Tedua – Lezione (2016)
È diverso dall’essere un uomo d’onore in periferia
Tra le strofe trapelano barre dal taglio street che suonano come consigli di vita saggi dispensati da un buon amico con tanta esperienza. Le ultime collaborazioni come Catrame con Lazza, Limousine con Enzo Dong, Love Bandana con Ketama, No Way con la Machete, Non Dormo Mai con Mecna e Novità con Skinny sono le conferme, che divengono garanzie, che Tedua è l’erede legittimo dell’intelli-gangsta.
Per approfondire: Tedua e lo street of consciousness
Conclusioni
Il rap nasce sui marciapiedi e il veicolo metrico delle rime è sempre stato quello più alla portata di quelle personalità con talento artistico, ma senza strumenti e risorse per esprimerlo. Le periferie rimangono uno dei miglior terreni in cui le promesse del rap possono alimentare il proprio fuoco, arricchendo vissuti e testi di letteratura, film e filosofia, per riscattarsi e dimostrare che non si nasce e muore in strada, pur rispettandola. Nascere nell’ignoranza diventa quindi la possibilità di elevarsi stupendosi nella quotidianità, per consapevolizzare a realtà e dinamiche di abbandono che spesso vengono dimenticate all’ombra dei palazzi.