Giovani, dinamici, pop. E musicisti in assoluta armonia. Così si presentano i bnkr44, un collettivo originario di Empoli che negli ultimi anni è entrato a gamba tesa nella scena italiana, riuscendo a imporsi e a creare un progetto artistico solido. Tra collaborazioni ambite, compreso un ruolo di rilievo in BOTOX di Night Skinny e una comparsa a Sanremo come ospiti di Sethu per la serata delle cover, possiamo dire che i bnkr44 hanno ormai messo la quinta.
Un collettivo nato il 4 aprile 2019 che ha esordito su Spotify con la raccolta 44.DELUXE, seguita poi da alcuni progetti solisti e l’album ufficiale d’esordio FARSI MALE A NOI VA BENE. Adesso è arrivato il momento di un nuovo capitolo del loro percorso: FUORISTRADA. Ho scambiato due chiacchiere con loro ripercorrendo la strada che li ha portati a questo nuovo album.
Tutto pronto: allaccia la cintura e goditi la lettura.
Prima di cominciare: chi sono i bnkr44?
Cosa vuol dire per voi Fuoristrada?
Il titolo unisce due concetti: il primo è a livello dell’immaginario visivo di strada, macchine, moto, ma allo stesso tempo post-apocalittica, nello stile cyberpunk. Dal punto di vista concettuale l’essere fuoristrada significa prendere una propria strada senza sceglierne una canonica e già costruita. É un fatto di credere nelle proprie idee e nella propria strada anche se non è consigliato. Vuol dire andarci comunque osando e rischiando di sbagliare.
Quali sono le esperienze che vi hanno più segnato e vi hanno portati a questo disco?
Eh, bella domanda. Sicuramente i due tour che abbiamo fatto, che ci hanno soprattutto uniti e fatto passare la maggior parte del tempo insieme. Non eravamo tutti amici prima, ci siamo conosciuti grazie alla musica. Siamo poi diventati amici perché abbiamo condiviso lo stesso spazio e la stessa passione.
E dopo aver fatto i vostri lavori da solisti non è cambiato niente nel modo in cui vi rapportate? Cosa vi ha dato la spinta per continuare in gruppo e non lavorare ai progetti da soli?
Lavorare insieme è sicuramente più stimolante e divertente. Inizialmente abbiamo scelto di continuare a fare anche cose insieme dopo la prima raccolta perché era più divertente fare sessioni insieme che da soli. Non tanto meglio, quanto una cosa più rilassata e scherzosa.
La cosa assurda è che il progetto collettivo era una pausa da quello singolo per fare una cosa più easy. Volevamo fare musica sperimentando con leggerezza, tutto 44.DELUXE origina da sessioni in cui avevamo un tot di tempo, la prima idea abbozzata veniva finita ed avevamo il brano. Senza nulla da cambiare, finita quella andava su SoundCloud.
Il primo 44.EXE è stato fatto al bunker, il secondo pure, il terzo è stato fatto in montagna.
Dopo quelle raccolte è nato Deluxe, anche grazie al nostro grande occhio Matteo Mirenda che da tempo insisteva per farci mettere questa roba anche su Spotify.
La prima volta che Matteo sentì Sabbia, che ancora doveva uscire su SoundCloud, prese 5 euro e lì lascio al Bunker scommettendo che quel pezzo sarebbe andato in radio.
Un altro progetto recente in cui l’unione di gruppo è un concetto molto forte è il disco della Lovegang. Voi che visione avete di questo punto di vista? Da separazione dei progetti singoli a quello che fate insieme
Il progetto solista è più personale, intimo e terapeutico. Siamo tutti diversi se ci prendi singolarmente, anche a prescindere dai gusti musicali. Il progetto collettivo è il punto di incontro dei nostri gusti.
Siamo qui tra i rottami, tra le scorie
bnkr44 – (TRA I ROTTAMI)
quando cerchi me, trovi noi
quando cerchi Fares, trovi noi
quando cerchi Caph, trovi noi
siamo qui tra i rottami, tra le scorie
quando cerchi Faster, trovi noi
quando cerchi Erin, trovi noi
quando cerchi Jack, trovi noi
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Le collaborazioni del disco come sono nate?
Sono tutte collaborazioni con produttori. La prima con JVLI e Davide Petrella è nata quando eravamo in puglia al camp di scrittura di Takagi e Ketra. Siamo andati totalmente a caso, senza il fine di fare un pezzo nostro. Una volta scritta prima strofa e ritornello Davide Petrella ci fa “questa la dovete cantare voi”.
É stato molto bello scrivere con lui: è uno forte, ha dato i giusti input nel punto giusto senza sovrastare. Un professionista.
Restando nel tema, cosa pensate del songwriting e di lavorare con e per altri artisti?
Spacca, sia produrre sia scrivere. Noi siamo un po’ abituati a fare così tra di noi, perché ci confrontiamo e condividiamo molto. Scrivere con altre persone non è una cosa che ci disturba. Magari un artista singolo che ha sempre scritto da solo e ha il suo viaggio si approccia più difficilmente alla cosa.
Per noi più andiamo avanti col tempo, più siamo liberi con la scrittura.
Avete la fortuna di essere tanti e di avere diversi punti di vista. Anche per gli artisti singoli si sta sdoganando il lavoro con gli autori
É diffusissima, un cantante che si fa aiutare da un autore è bellissimo, quella persona deve entrare nel tuo viaggio e rispettarlo. Non è che è più facile, non deve passare questo messaggio, è semplicemente diverso e spesso ottieni risultati migliori che da solo.
Pensa Tananai e Paolo Antonacci, insieme sono fortissimi. É sempre roba sua, però ci lavorano insieme ed è frutto del loro legame.
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Come vi siete vissuti l’esperienza come ospiti a Sanremo?
Quando abbiamo fatto le prove è stato gran lusso tra hotel, spa e ristorante.
Durante Sanremo ci hanno messi a dormire più lontani perché non c’era posto. Ce la siamo vissuta bene anche perché non avevamo l’ansia di essere concorrenti.
Quali colleghi artisti vi stanno piacendo ultimamente?
Tantissimi, il disco di Madame è molto bello, Kid Yugi spacca, Tripolare, Rhove, Tony2Milli. Low-Red, Nerissima Serpe è il capo, Lil Kvneki, Drast.
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Vi è capitato di usare le intelligenze artificiali per lavorare?
Se Jack vale come intelligenza artificiale, allora sì. Abbiamo provato per trovare il titolo del disco ed è stato abbastanza inutile, spesso è cringe. Abbiamo cercato 10-50 titoli per un disco col nostro concept e sono uscite cose come Viaggio intergalattico su una moto o Amore a 4 ruote.
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Qual è la vostra visione della situazione in Toscana? É stata una culla artistica per secoli in Italia
Un po’ morta, le sue energie sono state spolpate dal Rinascimento. Ci sono diversi artisti, Francesco Gabbani, i Baustelle, la cantante de La Rappresentante Di Lista.
C’è Emma Nolde che spacca, l’origine degli artisti dipende anche dove si opera. Sembrano tutti di Milano perché si opera a Milano.
Per fare diventare una zona fervida da questo punto di vista servirebbe ampliare il network delle persone che lavorano nel settore musicale in zona. Diciamo la verità: probabilmente chi è interessato all’arte in Toscana è chi se ne occupa, le persone non sono tanto vicine a questo mondo. A Firenze poca gente riesce a vendere biglietti per i live, è un po’ passiva.
Quale parte del lavoro dell’artista preferite?
Faster: I concerti.
Fares: scrivere, stare in studio.
Erin: a me piace tantissimo quello che succede dopo, una volta che c’è una stesura editare, sistemare, arrangiare.
Caph: il momento creativo in cui nasce secondo me è fondamentale, uno dei momenti più belli.
Fares: per me è il momento magico della musica, quando entri dentro il flusso. Poi quando senti il pezzo in macchina mentre stai tornando a casa.
Piccolo: Per me invece è quando devi dare una direzione artistica alla cosa e devi dare un immaginario, unendo la musica con altre discipline.
Quali sono le emozioni che vi smuove la musica dal vivo?
L’adrenalina, ovvio, più c’è risposta dal pubblico più ti emozioni tu a tua volta.
Il live è la prova del nove, è appagante, è l’ultimo punto: la musica la fai per portarla live.
La cosa più bella del live da spettatore è quando torni a casa e dici “che serata”. Se è un live che hai aspettato per una vita, alla fine ci sei andato con delle persone importanti per te, tutte le volte che penso a dei live che ho vissuto in quella maniera lì. E pensa che adesso siamo dalla parte del palco.
Ultima domanda: vi sentite un collettivo artistico o una band?
Sento ancora di far parte di un collettivo, dietro a noi ci sono ancora un sacco di persone che lavorano nel nostro spazio. Noi rappresentiamo per quanto riguarda la musica, ma i bnkr non siamo soltanto noi. E non facciamo soltanto musica, ma tutto quello che poi esce: dobbiamo seguire la direzione di tutto, grafiche, video, stare dietro a tutti gli sbatti possibili. Facciamo quello che esce a 360°, o per lo meno lo supervisioniamo.
Conclusioni
FUORISTRADA è un progetto che ben si contestualizza nella crescita costante che ha caratterizzato gli ultimi anni del collettivo. L’input principale è arte e passione senza freni, con la conseguenza di raggiungere risultati sempre nuovi, come solo un insieme dinamico di meccanismi creativi ben rodati può fare.