Nel 2016 si è accesa una scintilla per il rap italiano e parallelamente alla nuova wave, si è focalizzata l’attenzione per la trap e la drill liguri. La Liguria nel giro di pochi anni è diventata luogo di un fermento urbano musicale che si è concretizzato discograficamente in questo 2020, anno dell’ascesa definitiva della Drilliguria.
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Che cos’è e da chi è composta la Drilliguria?
Per chi non conoscesse la Drilliguria è il collettivo costituito da Tedua, Izi, Bresh, Vaz Tè, Disme, Guesan e Ill Rave. Un team che si è fatto notare fin dal 2016 grazie ai progetti di Tedua come Aspettando Orange County Mixtape e Orange County Mixtape facendo da veri e propri cavalli di Troia di hype e aspettative, perchè feat dopo feat, ci si è affezionati sempre di più proprio quei nomi, inizialmente anonimi, fino a bramare con desiderio i loro progetti solisti.
Nel 2017 poi con Amici Miei Mixtape il collettivo ha ingolosito ulteriormente, pubblicando gratuitamente su YouTube un progetto di gruppo, dalla genuinità rara, che non si sentiva dai tempi della Dogo Gang, sottolineando la forza della crew e le potenzialità individuali.
La peculiarità di questo gruppo di amici che fanno rap è stata affondare le proprie radici, e coltivarle nello stile del cantautorato genovese di De André, Tenco e Paoli che applicato al rap si è ispirato all’astrattismo lirico di Dargen D’Amico e avvicinato alle musicalità della trap di Atlanta e della drill di Chicago. Il risultato di questa alchimia è stato quella di proiettare l’ascoltatore in un immaginario omogeneo fatto di una poesia cruda marinaresca che amalgama una romantica quotidianità in un orizzonte di caruggi, autotune e introspezione.
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Il 2020 nel rap è della Liguria
Da Febbraio fino a Dicembre gli artisti della crew ligure, sia quelli già più noti che quelli più emergenti, si sono rimboccati le maniche coordinandosi per dimostrare che quelli che sembravano talenti grezzi ora sono maturi.
Bresh, Tedua, Vaz Tè, Guesan, Izi e Disme hanno tutti pubblicato progetti molto eterogenei tra loro ma tutti contraddistinti dalle rispettive personalità liriche e caratteristiche attuali.
Vediamo in ordine cronologico dall’inizio dell’anno i dischi che hanno segnato quest’annata tutta ligure.
Bresh – Che Io Mi Aiuti
A Febbraio appena uscito, già si era intuito che non sarebbe stato un disco stagionale e senza mezza termini si può affermare che lo si può etichettare sia come disco dell’anno che come miglior disco d’esordio. Bresh con Che Io Mi Aiuti e la deluxe estiva Che Io Ci Aiuti surfa col suo timbro vocale sulle parole imprimendo malinconiche riflessioni e una dolce musicalità, riuscendo in un disco che non perde di freschezza e si fa riascoltare in qualsiasi momento della giornata.
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Tedua – Vita Vera
Erano 4 anni che si attendeva un suo ritorno e a Giugno 2020 è arrivato un doppio progetto, Vita Vera Mixtape e Vita Vera: Aspettando La Divina Commedia. Definito mixtape pur non essendolo, Vita Vera rappresenta il prosieguo, l’erede della saga Orange County in attesa del disco ufficiale che si intitolerà La Divina Commedia. Tedua in questo maxi progetto di riscaldamento, in cui ospita tutti i suoi compagni di crew, e tanti nomi di prestigio attuali come Massimo Pericolo, Ghali e Lazza, si esercita in un concept dantesco, dilettandosi come sua abitudine in metriche altalenanti sul tempo, episodi conscious e street banger.
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Vaz Tè – VT2M
Vaz Tè è il secondo membro della Drilliguria che ancora doveva esordire con il suo primo disco ufficiale. Dopo anni di hype e date di pubblicazione rimandate VT2M non smentisce le aspettative e delizia con un progetto dal flow letargico, che si può apprezzare fino all’amore o infastidire terribilmente non ci sono vie di mezzo, e dallo slang popolare fatto di particolari riferimenti calcisti attuali e vintage alla quale ha abituato.
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Guesan – Nuwanda
Guesan, conosciuto anche come Sangue, non è una novità per gli affezionati del buon rap genovese. Facendosi notare prima in Vita Vera di Tedua nella miniposse track Manhattan e in Pusher, hit contenuta nel disco di Izi, Guesan in Nuwanda fa intendere di star apprendendo, come i suoi compagni di crew, l’abilità di narrare sulla traccia intrecciando con cura i tratti introspettivi con quelli più stilistici.
Izi – Riot
Dopo un disco molto intimo come Aletheia, Izi ritorna con un album comunitario in cui il featuring la fa da padrone. Gué Pequeno, Dargen D’Amico, Leon Faun sono alcuni dei tanti ospiti che rendono il quarto disco in carriera di Izi, non il suo migliori disco, ma un progetto fatto di tanti singoli, divertente, dinamico, dall’attitudine da compilation.
Disme – Malverde
Ogni abbuffata necessita un digestivo e Malverde è il progetto che sigla e chiude l’anno della Drilliguria. Disme è senza dubbio il membro più emo dalla penna più angosciata di tutto il collettivo. Malverde è la dimostrazione finale che la musica triste ha un’efficace funziona catartica. Il prodigio alle produzioni Shune della label di producer Avantguardia scoperto con Tedua e Bresh, accompagna e smorza l’amarissimo timbro di voce di Disme cullando in un ascolto malinconico e arrabbiato.
Butta un occhio:
– Che cos’è un liricista?
– Qual è la differenza tra beatmaker e producer?
Conclusione
Certo questi non sono tutti dischi perfetti. Ognuno ha i propri difetti ma quest’annata è la dimostrazione che l’amicizia nel rap, non è solo una retorica di comodo per la narrazione, ma se genuina e concreta può alimentare una catena di talentuosi successi come è stato per la Drilliguria.